La cooperativa sociale Proges scende in campo al fianco dell’assessorato ai servizi sociali del Comune di Busto Arsizio, in provincia di Varese, con l’avvio di una progettazione e di azioni territoriali finalizzate a promuovere l’affido familiare e l’affiancamento familiare.
L’obiettivo è chiaro: coinvolgere il maggior numero possibile di Enti, associazioni e soggetti sensibili del territorio con i quali promuovere e co-progettare interventi.
“L’esigenza è nata dalla necessità, anche a seguito dell’emergenza sanitaria, di rintracciare sul territorio risorse che abbiano la volontà di sperimentarsi in progetti di affido familiare e prossimità” spiega la dott.sa Valentina Panigo, coordinatrice Proges Area Affido. “Oltre alle forme già ampiamente utilizzate per sensibilizzare i territori, l’idea è quella di coinvolgere soggetti che il Comune ha identificato come ‘sensibili’ perchè maggiormente a contatto con i minori e le loro famiglie e capaci di intercettarne i bisogni: associazioni sportive e culturali, enti di volontariato, parrocchie, scuole etc.”.
Il servizio affidi di Proges raccontato dalle sue operatrici
Di particolare importanza risulta quindi lavorare sulla prevenzione tramite la sensibilizzazione e la partecipazione attiva di più attori. A tale scopo Proges e l’assessora all’inclusione sociale e salute Maria Paola Reguzzoni promuoveranno una serie di incontri di co-progettazione con tutti i soggetti collettivi che operano nel territorio in contesti vicini ai bambini e alle famiglie.
Il primo appuntamento è in programma il 10 aprile all’interno del municipio del Comune lombardo.
“È un lavoro di azione partecipata, non c’è un soggetto decisionale unico, la comunità viene coinvolta attivamente e diviene lei stessa soggetto educante. Si parte dal concetto che per far crescere e sviluppare l’affidamento familiare e le varie forme di prossimità risulta fondamentale che tutta la comunità riconosca l’educazione, lo sviluppo dei bambini e la loro protezione come un interesse, un valore, una responsabilità e una competenza della collettività stessa. Dopo il primo incontro saranno organizzati una sorta di ‘cabina di regia’, incontri ciclici per creare insieme una co-progettazione e un coinvolgimento costanti. È fondamentale riuscire a intercettare subito le famiglie che presentano fragilità per costruire e valorizzare insieme quella rete spontanea di aiuto che fino a ora è mancata loro, anche e soprattutto in un’ottica di prevenzione” aggiunge la dott.sa Valentina Panigo.
L’affido familiare e l’affiancamento familiare sono due differenti forme di prossimità tra famiglie. La prima consente a un minore proveniente da una famiglia in temporanea difficoltà di trovare accoglienza in una famiglia che possa sostenerlo nel percorso di crescita; la seconda prevede che una famiglia solidale aiuti e sostenga una famiglia in momentanea difficoltà attraverso il coinvolgimento dei soggetti di entrambi i nuclei. FR