A Casa Basaglia, struttura psichiatrica di riferimento nella provincia di Bolzano, il Natale si è tinto di un calore speciale, un calore fatto di solidarietà e inclusione. Le cooperative Proges e Biricca, che si occupano della gestione del servizio, hanno deciso di portare un pezzo di Parma in Alto Adige. Non solo il sapore della tradizione culinaria, ma soprattutto il calore della tradizione e l’abbraccio della comunità parmense.
E quale modo migliore per farlo se non con un piatto che racchiude in sé l’anima parmigiana: gli anolini. Ma non si è trattato di semplici anolini, bensì degli “Anolini solidali”, progetto di Parma Facciamo Squadra. Un gesto semplice ma potente, un ponte tra territori, un simbolo di unione e condivisione servito con orgoglio e un pizzico di emozione dagli stessi pazienti di Casa Basaglia.
In cucina, un team speciale ha lavorato alacremente per preparare il pranzo: Luigi, cuoco del “Gatto Matto Bistrot by Biricca” di Merano, Matteo ed Erika, fornai del “Forno di Ranzano”. Insieme, hanno dato vita a un menù capace di fondere i sapori emiliani e altoatesini, in un connubio di gusto e tipicità. Ogni boccone si è rivelato un viaggio tra due terre, un racconto di culture che si incontrano e si fondono in un’unica grande famiglia.
“Il pranzo di Natale è l’occasione per riaffermare i valori che ci caratterizzano – ha dichiarato Domenico Altieri, amministratore delegato di Biricca – Biricca, con gli anolini solidali, ha portato in tavola la solidarietà: un sentimento universale da Parma a Merano. I volti sorridenti dei commensali e l’atmosfera di festa che si respirava tra i tavoli dimostrano quanto eventi come questo siano fondamentali per rinsaldare legami e creare una comunità inclusiva. La partecipazione attiva dei pazienti, che hanno servito con entusiasmo i piatti, ha sottolineato il valore terapeutico di momenti di condivisione, dove ciascuno trova il proprio spazio e contribuisce al benessere collettivo”.
In quel pranzo a Casa Basaglia, tra il profumo degli anolini e i sorrisi sinceri, si è potuto respirare un’aria diversa. Un’aria di speranza, di inclusione, di solidarietà. Un’aria che ci ricorda che il Natale, alla fine, è questo: aprirsi agli altri, donare un sorriso, condividere un momento speciale, sentirsi parte di una comunità. CM