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Educatrici belghe in Proges e Consorzio Torino Infanzia: come progettare gli spazi per l’apprendimento dei bambini

Desing spaces: improving learning for children.

È noto a molti, ormai, che gli scambi culturali sono un’importante occasione di crescita, confronto e apprendimento.

Così è stato anche per i servizi educativi che Proges e Consorzio Torino Infanzia gestiscono sul territorio torinese.

Lo scorso 30 settembre, infatti, il coordinamento pedagogico del Piemonte ha accolto un gruppo di educatrici, pedagogical coach e manager del servizio Freinetschool De Tandem di Bruges, Belgio. Il focus di questi tre giorni di incontro è stato “La progettazione degli spazi: accrescere l’apprendimento dei bambini”.

La pedagogia 0/6 italiana è ricca di suggestioni e ricerche che mettono in evidenza come lo spazio possa diventare, se ben progettato all’interno di una continua ricerca riflessiva da parte di educatrici e insegnanti, elemento chiave per l’apprendimento dei bambini. Questo l’aspetto che le quattordici educatrici in visita hanno voluto comprendere da vicino. Le giornate si sono sviluppate con momenti di incontro più formativi, tenuti dalle coordinatrici pedagogiche di Torino, momenti di visita dei servizi e momenti di osservazione situata nei servizi seguite da confronto con tra professioniste.

E’ stato molto interessante vedere lo stupore e la meraviglia negli occhi del gruppo durante la visita dei servizi: tutti gli spazi, per loro, sono stati “amazing”, affascinanti, ricchi di bellezza, curati e accoglienti. Ricchi di un valore di cura e attenzione realmente percepibile.

Il confronto si è focalizzato su gli elementi fortemente connotativi dell’approccio. Le educatrice belghe hanno sottolineato come nei servizi visitati l’approccio educativo agito dalle educatrici è basato sulla relazione e meno sulla didattica; tuttavia, hanno esplicitato e compreso che questo non è un limite per le esperienze di apprendimento dei bambini, ma una diversa modalità di intendere cosa significa imparare in un ambiente educativo.

“L’Edu-Care è visibile nei vostri servizi” – hanno esplicitato le educatrici del Belgio – “perché tutto per voi è educativo, non solo le attività”.

Queste riflessioni hanno aperto un interessante dibattito intorno a che cosa rendere educativa una pratica, sia essa un’esperienza strutturata, un momento di routine o, appunto, la progettazione degli spazi. È stata, quindi, messa in luce l’importanza della riflessività dei gruppi di lavoro: la continua ricerca di senso e messa in discussione dell’intenzionalità educativa sono elementi fondativi del nostro approccio.

 

 

Inoltre, in Belgio, la figura professionale dell’educatrice non è ancora pienamente delineata. Diverse sono le mansioni che la stessa figura ricopre (aspetti educativi e aspetti di gestione delle routine di pulizia, ad esempio, sono svolte dalla stessa persona).

Queste tre giornate, ricche di sollecitazioni, sono state anche fioriera di nuove domande per i gruppi di lavoro perché, grazie alle osservazioni di occhi nuovi, c’è stata la possibilità di interrogare abitudini e consuetudini con nuovi punti di vista. Un’esperienza, dunque, davvero arricchente che, chissà, potrebbe riproporsi per allargare sempre di più lo sguardo sulla cultura dell’infanzia.

Claudia Ciccardi

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