Il magazine della cooperativa sociale Proges

Giornata finale del Servizio Civile Volontario: le esperienze di Lea, Claudia, Martina, Sveva e Viola

Una importante opportunità di crescita personale e di contatto con il mondo del lavoro, ma anche una occasione di incontro, socializzazione e formazione: questo significa partecipare al Servizio Civile Volontario, vivere pienamente ogni momento accogliendo e facendo propri gli insegnamenti che riesce a regalare. Insegnamenti che portano a una più ampia consapevolezza di se stessi, del rapporto con gli altri, delle possibilità che il futuro può riservare.

Rivolto a ragazzi e ragazze in una età compresa tra i 18 e i 28, il Servizio Civile costituisce una di quelle attività capaci di lasciare il segno, di diventare non solo ricordo positivo ma, talvolta, chiave interpretativa per il domani di chi sta cercando la propria strada.

 

 

Una iniziativa che Proges ha supportato attraverso la strutturazione di progetti a carattere sociale in diversi ambiti di intervento: assistenziale, educativo e disabilità psichiatrica.

L’edizione 2023/2024 si è conclusa proprio nei giorni scorsi. Nove mesi di attività, scoperta, sfide, incontri ed evoluzione per quei ragazzi e ragazze che hanno partecipato con intensità e coinvolgimento. Sono loro, in occasione della giornata finale di saluto, svoltasi presso il Mental Pot di Cabiria, ad aver condiviso un pensiero, il ricordo di questo periodo, le sensazioni e i cambiamenti che li hanno interessati durante questa esperienza.

 

 

Giovani come Claudia, Lea, Martina, Sveva, Viola, impegnate in diversi settori di servizi Proges e Proges Educa, tra disabilità psichiatrica ed educazione.

“È stata una prima esperienza che mi ha permesso di imparare, di costruire rapporti di fiducia reciproca e confronto sia con le educatrici, sia soprattutto con i bimbi e le bimbe – racconta Lea, operativa presso la Scuola dell’Infanzia Mario Lodi di Parma – Durante tutto il periodo mi sono sempre messa a disposizione, non ho mai detto no per poter uscire dalla mia zona di comfort, perché è solo così che si può imparare. Vivere questa opportunità mi ha permesso di fare l’insegnante, anche se la strada per diventarla non è ancora completa; ho voluto trasmettere ai bambini valori quali rispetto, collaborazione insieme alla capacità di osservare la realtà in ogni più piccolo aspetto. Loro mi hanno trasmesso anche di più, portandomi a rivivere l’entusiasmo dell’infanzia, una sensazione che non scorderò mai. Spero di aver lasciato un semino in grado di aiutarli a crescere”.

Crescita e conoscenza di sé e degli altri attraverso legami forti, come è accaduto tra Lea e Martina, anche lei impegnata nella stessa struttura per l’Infanzia Mario Lodi.

“Una esperienza che mi ha rivoluzionato la vita; una esperienza profonda con bambini e bambine meravigliose, che mi hanno fatta sentire come una maestra, il mio obiettivo per il futuro. Mi hanno dato fiducia e arricchita, permettendomi di esprimere qualità nascoste che neppure pensavo di avere. – ricorda Martina – Così come costruttivo è stato il confronto e il rapporto con Lea, una collega diventata amica”.

 

 

Poi Claudia e Sveva, attive nel loro percorso all’interno della Comunità Alloggio “I Gelsi” di Parma, della quale hanno vissuto le dinamiche, imparando cosa significa lavorarvi e divenire parte di un team affiatato. In questi mesi, si sono occupate della realizzazione della Biblioteca di quartiere all’interno del servizio di assistenza.  Si tratta di uno spazio dedicato alla cultura e al suo carattere inclusivo, interamente gestita dalla struttura stessa e aperta a tutta la cittadinanza.

“Nel primo periodo è stato complesso comprendere come inserirci nella vita degli Ospiti, nella loro quotidianità. Poi, però, ci siamo conosciuti e, a poco a poco, siamo riuscite a costruire con loro legami forti e significativi – sottolinea Claudia – Nove mesi intensi che mi hanno cambiata a livello personale, portandomi a prendere consapevolezza di alcuni lati di me stessa che tenevo nascosti. E questo anche grazie a Sveva, che è esattamente il mio opposto. Aggiungo che nel corso di questo periodo, sono anche riuscita a proseguire nel mio cammino di formazione, continuando a studiare, diventando assistente sociale e trovando lavoro”.

E poi Viola, titubante, indecisa ma con una grande forza e spirito di iniziativa. Caratteristiche che ha portato nella sua avventura presso il Nido Lo Scoiattolo.

“All’inizio ero dubbiosa, poi mi sono detta ‘perché non provare?’. E infatti il risultato è stato che mi sono trovata benissimo con le colleghe  e con i bambini, con cui ho creato un legame veramente speciale. Perché loro hanno la capacità di trasportarti in un mondo a parte, ed è bellissimo. Devo ammetterlo – precisa Violala mia idea di futuro era completamente diversa, ma prendere parte al Servizio Civile mi ha fatta riflettere e aprire a possibilità differenti”.

Chiara Marando

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