Qualche settimana fa alcune educatrici di Proges hanno partecipato a un corso di formazione sulla “pedagogia del bosco” –leggi-.
Grazie alla grande ricchezza di stimoli e sensazioni, essere educati nella natura è fonte di innumerevoli benefici per i bambini, sia dal punto di vista fisico che dello sviluppo cognitivo e psicologico.
Abbiamo intervistato la formatrice Jessica Boschetto, facente parte dell’associazione Saltincampo/Misticanza di famiglie, per meglio conoscere questo approccio di cui ha maturato esperienza.
Cosa si intende per “pedagogia del bosco”?
La pedagogia del bosco fa parte della macro famiglia dell’outdoor education, ovvero delle attività svolte all’aperto riguardanti l’educazione.
Le specificità della pedagogia del bosco sono il gioco spontaneo all’aperto e l’immersione nel selvatico che rappresentano le due componenti che differenziano la pedagogia del bosco dalle altre sottocategorie dell’outdoor education.
In che modo si può stimolare il bambino al gioco spontaneo all’aperto?
Se il gioco è spontaneo il bambino non va stimolato. Nelle attività in cui qualcuno viene spronato il rischio è quello di una forzatura, una spinta a fare qualcosa che normalmente non farebbe.
La chiave di volta è la motivazione intrinseca del bambino nel fare quel gioco raggiungendo determinati obiettivi che non vengono però stabiliti in maniera arbitraria dall’adulto.
Compete all’adulto riconoscere ciò che accade al bambino nel suo agire spontaneo. L’adulto ha il ruolo di osservatore che facilita e sostiene il gioco dei bambini non interferendo nel loro processo di apprendimento.
Come si applica la pedagogia del bosco nelle scuole?
Si possono organizzare varie attività.
Nelle scuole si parla di modello integrato che si differenzia dal modello integrale che è adottato negli “asili del bosco” (nella foto sotto un asilo del bosco in Austria). In quest’ultimi si trascorre più giorni o tutta la settimana all’aria aperta e si realizzano progetti di solito autonomi.
Nelle scuole si praticano modelli integrati che combinano l’attività didattica educativa all’interno o all’esterno alle attività specifiche della pedagogia del bosco.
Quali sono i risultati sulla crescita del bambino?
Dipende da quanto e come si applica il modello.
Se si parte dal bambino molto piccolo lo sviluppo ha un decorso piuttosto naturale. Se invece si comincia nella scuola dell’infanzia o con la primaria il percorso avrà uno sviluppo differente e incontreremo una fase di transizione e di adattamento dalla modalità tradizionale a quella nuova.
Solitamente i bambini, fin da piccoli, riescono ad avere la capacità di riconoscere quali sono i propri bisogni e capiscono come assecondarli. Intuiscono qual è la motivazione che li spinge ad apprendere determinate cose e ricercano nella loro vita esperienze sempre più significative.
Attraverso il gioco spontaneo imparano a riconoscere la loro spinta motivazionale interna e i loro bisogni. Il passo successivo per loro è capire come comunicarli ad altri nel caso in cui abbiano bisogno di aiuto o semplicemente di un compagno di giochi.
La pedagogia del bosco agevola lo sviluppo delle capacità argomentative, dello spirito critico, dell’auto-regolazione e anche delle capacità linguistiche che si manifestano precocemente rispetto ai bambini che seguono un altro tipo di percorso.
In Italia non ci sono molti studi sul tema perché si tratta di una pedagogia importata negli ultimi anni. Questi riscontri sono emersi da altri Paesi del Nord Europa dove la pedagogia del bosco è più radicata.
A che punto è la pedagogia del bosco in Italia?
E’ sicuramente un movimento nuovo. La prima realtà ha circa vent’anni, pochissimi in termini storici. Siamo ancora in una fase in cui si cerca di capire come adattare la pedagogia del bosco alla cultura e al territorio italiani.
Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito a un’esplosione di questa pedagogia anche nelle istituzioni scolastiche all’interno delle quali stanno partendo tantissimi progetti. Ci sono ancora tanti movimenti diversi. Si trovano asili del bosco completamente diversi tra loro per modalità, ruolo dell’adulto, visione del bambino.
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Anche le famiglie possono utilizzare la pedagogia del bosco?
Sì. Ogni famiglia può portare a casa questo modello che non è applicabile al solo ambiente scolastico. La pedagogia del bosco promuove un continuum tra casa e scuola, tra progetto e famiglia. La continuità è un aiuto prezioso per l’apprendimento.
Qualche lettura consigliata?
“Pedagogia del Bosco: educare nella natura per crescere bambini sani e liberi” di Selima Negro. E’ un manuale molto interessante, fruibile sia da educatori che da genitori, che può essere calato facilmente in contesti e realtà differenti.
Anna Dall’Aglio