Il magazine della cooperativa sociale Proges

Il futuro della ricerca pedagogica nella visione di Proges

Venerdì e sabato 11 e 12 ottobre il Gruppo di Ricerca Pedagogica dell’Area Specialist educazione ha aperto l’anno educativo 2020/25 dei servizi 06 anni con una due giorni dedicata ai 30 coordinatori pedagogici e alle 400 educatrici ed educatori della cooperativa da tutto il territorio nazionale e della società ParmaInfanzia; invitate anche le colleghe delle cooperative collegate Kaleidoscopio, Leone Rosso di Aosta e Proges Trento e alcuni stakeholder cittadini.

 

 

Tale molteplicità di provenienze e la pluralità di visione delle docenti invitate e moderate dall’intervento e coinvolte dalle domande di Giulia Pastori, professoressa dell’Università Bicocca, ha permesso di co-costruire un evento fortemente connesso ai temi di attualità (rispetto alla situazione dei servizi 06 oggi nel nostro paese) con i dati di ricerca di dottorato executive di cui sono stati presentati alcuni primi esiti dalla dottoranda Claudia Ciccardi sul tema della leadership trasformativa per il coordinatore pedagogico. L’incontro ha indagato come nella società contemporanea, in termini di accessibilità ed opportunità per le famiglie con figli 06 anni molto dipenda da come lavora ed agisce  il primo e secondo welfare (grazie a C. Agostini dell’area Ricerca di Secondo Welfare – Lab dell’Università Statale di Milano).

 

 

Importante è stata la narrazione dell’esperienza sociale e comunitaria di QuBì noto progetto di Fondazione Cariplo di cui ci ha parlato Laura Anzideo, in cui sono stati portati in luce gli elementi necessari per analizzare i bisogni delle famiglie con figli piccoli in situazione di povertà educativa. Mariangela Scarpini, ricercatrice dell’Università di Parma, ha messo in luce l’importanza della professione educativa e della sua potenza se nutrita grazie ad un atteggiamento di riflessività e se tentati dal cercare un sapere critico, dubitativo e collegiale.

 

 

Nella seconda giornata, dopo un saluto e un invito a stare con passione nella professione educativa della Presidente Michela Bolondi, altre tre docenti hanno coinvolto le educatrici presenti in sala e collegate a distanza in un accorato “richiamo formativo” a spalancare lo sguardo sulle nuove famiglie e i loro bisogni di riconoscimento, cura ed accompagnamento e al guardarsi le spalle da una genitorialità concepita come performativa (M. Tassan- antropologa Università Bicocca); poi A. C. Scardicchio dell’Università di Bari ha proposto riflessioni in merito alla cura, al superamento del dolore e della possibilità di attraversare il “bosco” della nostra esistenza.

 

 

Infine B. Boriello, storyteller, l’unica a non occuparsi professionalmente di Scienze educative e sociali, ci ha donato un viaggio emotivo intrecciato tra la sua storia personale e quello che oggi interessa l’adulto che educa che è pensato come una persona in grado di narrare, ascoltare i bambini e non privarli del diritto di vivere storie ed in esse riconoscere se stessi.

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