Humanitas è un ospedale di Milano ad alta specializzazione, centro di Ricerca e sede di insegnamento universitario.
All’interno del policlinico, accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, si fondono centri specializzati per la cura dei tumori, delle malattie cardiovascolari, neurologiche ed ortopediche, oltre a un Centro Oculistico e a un Fertility Center. Humanitas è inoltre dotato di un Pronto Soccorso EAS a elevata specializzazione.
Presso Humanitas Proges svolge da dieci anni un servizio “alberghiero”.
Abbiamo intervistato la coordinatrice Maria Antonietta Petrolesi per meglio conoscere questa attività della cooperativa.
Qual è la storia di Proges dentro Humanitas? Quali attività svolge Proges?
Nel 2014 il Consorzio Zenit ha affidato a Proges un progetto da elaborare ed eseguire all’interno dell’ospedale Humanitas di Rozzano (Milano). In sostanza la richiesta era quella di offrire al paziente un servizio alberghiero vero e proprio da svolgere attraverso ausiliarie dedicate che al mattino si occupassero solo ed esclusivamente del rifacimento dei letti e della pulizia dell’unità paziente, oltre che del riordino dei locali tisaneria e vuotatoio (ndr. per unità paziente si intende la combinazione di uno spazio che contiene mobili, materiali, dispositivi medici o elettromedicali che sono destinati e dedicati al paziente durante il ricovero). Nel pomeriggio, invece, ci dedichiamo alla detersione e sanificazione dei letti dei pazienti dimessi.
Il progetto era tutto da costruire in termini di tempistiche, organizzazione squadre, modalità di intervento.
Abbiamo attivato quella che oggi tutti conoscono come “Squadra Letti”.
“Progetto Valore – qualifica OSS”: la formazione come fidelizzazione e reputazione della cooperativa
Cosa vuol dire e cosa richiede lavorare in una struttura ospedaliera del livello di Humanitas?
Lavorare in Humanitas ha significato fin da subito cercare di integrarsi il più possibile con i reparti e le figure esistenti, in un rapporto di efficiente collaborazione. Abbiamo avuto in squadra con noi anche il loro personale ausiliario, in attesa che li ricollocassero in altre mansioni. Attualmente operiamo su 14 degenze che ogni tre mesi valutano il nostro lavoro.
Il livello prestazionale richiesto è altissimo. Il risultato è un apprezzamento del servizio tra il 95 e il 100%.
Lavoriamo seguendo procedure Humanitas che dobbiamo conoscere alla perfezione, dalla diluizione di un prodotto alla modalità di esecuzione di un letto. Per gli accreditamenti l’ospedale si avvale di Joint Commission International molto rigidi ed esigenti.
Come hai visto evolversi nel tempo la tua “squadra”?
In quasi dieci anni siamo riusciti a ottimizzare sempre più la nostra organizzazione, che deve tenere il passo delle esigenze in continuo cambiamento dell’ospedale. Oggi abbiamo acquisito quell’elasticità che ci consente di essere pronti, qualora ci fosse richiesto, a modificare il programma.
Ci sentiamo parte di una realtà collaborativa.
Tutto ciò è stato reso possibile anche grazie alla disponibilità e ai buoni rapporti creati con i Servizi Generali che da sempre ci seguono. Un esempio su tutti, durante la pandemia, quando tutte le nostre degenze chiudevano diventando reparti Covid nei quali non ci era consentito entrare, ci siamo interfacciati con il cliente e, per il tempo necessario, abbiamo trasformato le nostre attività in azioni di supporto in quel momento necessarie. Così facendo abbiamo collaborato e allo stesso tempo garantito la continuità lavorativa a tutte le nostre lavoratrici, senza stop forzati.
L’Esperto in Supporto tra Pari valore aggiunto in una equipe multidisciplinare
Quale valore aggiunto può dare a Proges questa vostra esperienza in Humanitas?
La nostra esperienza può rappresentare per Proges la capacità di confrontarsi nel settore sanitario, considerato che la gestione di RSA occupa gran parte delle attività della cooperativa, oltre la formazione di ausiliarie di un certo livello.
Abbiamo avuto la capacità e anche la possibilità di rapportarci con clienti esigenti e, perché no, di prestigio quale è Humanitas sul panorama degli ospedali lombardi.
Andrea Marsiletti