Il magazine della cooperativa sociale Proges

INTERVISTA – Annalisa Pelacci: “L’innovazione nei servizi socio-sanitari di Proges: Adriano SiCura e altri progetti”

Adriano SiCura è un progetto molto innovativo, sostenuto dalla Fondazione Cariplo, che vede Proges capofila.

Abbiamo intervistato Annalisa Pelacci, specialist Manager socio-sanitario di Proges (nella foto sopra a destra).

Sei stata invitata a Bologna al Forum Non Autosufficienza per parlare di Adriano SiCura. Perché questo progetto è diventato un caso di studio?

Adriano SiCura è un progetto pilota che si fonda su molti degli elementi che sono oggi all’agenda dell’innovazione della long term care e, più ampiamente, dello sviluppo del welfare.

Ricomposizione e implementazione delle filiere di sostegno e cura formali e informali, welfare comunitario, di prossimità e generativo, prevenzione e intercettazione precoce della vulnerabilità, facilitazione e orientamento all’accesso ai servizi, engagement e awareness per la creazione di comunità “amichevoli” e solidali, empowerment bio-psico-sociale, sanità d’iniziativa, assistenza 4.0 e abilitazione digitale, invecchiamento attivo, promozione socio-culturale e riduzione dell’isolamento delle persone in età anziana, cucitura di relazioni intergenerazionali, intercultura e inclusione.

Sono gli obiettivi e i criteri che stanno alla base del progetto e che lo rendono buona pratica.

Qual è il collegamento con l’Adriano Community Center?

Un ulteriore elemento di forza risiede, per l’appunto, nella sua collocazione strategica presso l’Adriano Community Center, l’hub polifunzionale di comunità che Proges ha realizzato a Milano presso il quartiere omonimo, intervenendo con un cospicuo investimento di rigenerazione e riqualificazione urbani. Fra le varie funzioni di ACC si annoverano la RSA Adriano, gli appartamenti protetti SOFIA e il punto di comunità Magnete, il cui auditorium è crocevia di spettacoli, eventi culturali, laboratori e iniziative varie frutto di un programma di direzione artistica partecipata con gli abitanti del quartiere.

Questa collocazione consente al progetto di avere ampiezza, diffusione e radicamento, coerentemente alla vocazione del luogo e al concetto di RSA diffusa e RSA centro di servizi secondo le più recenti prospettive di settore.

A tal proposito siamo appena stati invitati a Napoli al convegno Perspective Smart Cities organizzato da Gruppo Maggioli e The Plan con presenti i massimi esponenti nazionali e internazionali nell’ambito della progettazione urbana del futuro. Abbiamo portato la nostra esperienza di cooperativa sociale e la nostra visione orientata a città non solo intelligenti ma eque, accessibili, capacitanti e inclusive, ponendo l’accento sulla “S” del concetto di ESG.

Ulteriore elemento di forza di Adriano SiCura è l’ampiezza e la varietà del partenariato, che vede presenti sette soggetti oltre a Proges capofila: le associazioni AMA Milano e Atelier della Mente specializzate in ambito demenza, l’associazione Amici di Casa Carità con il proprio team di volontari, le cooperative sociali Spazio Aperto Servizi e Circolo Industria Scenica, l’ASST Fatebenefratelli Sacco e l’Associazione per la Ricerca Sociale come partner scientifico per il monitoraggio e la valutazione del progetto. La presenza nel partenariato dell’azienda sanitaria pubblica è uno degli elementi di forza che abbiamo evidenziato.

Quali elementi di Adriano SiCura hai evidenziato nel tuo intervento?

Nel mio intervento, partendo dal value framework di progetto, ho cercato di porre l’accento sui diversi assi di intervento e sugli elementi costitutivi: lo sportello di orientamento, l’ambulatorio socio-sanitario di prossimità (con l’équipe interdisciplinare composta da un infermiere di famiglia e comunità, un’assistente sociale, un geriatra, uno psicologo, i mediatori socio-culturali e gli operatori educativi-assistenziali di quartiere), le varie forme di supporto domiciliare, il centro d’incontro Alzheimer e le terapie non farmacologiche in presenza e da remoto, il fab lab di sartoria e falegnameria, le azioni di supporto ai caregiver, il supporto psicologico individuale e di gruppo, i programmi di educazione sanitaria, gli eventi divulgativi, informativi e di sensibilizzazione aperti alla cittadinanza, le iniziative laboratoriali e di socializzazione.

Insieme a me erano presenti alcuni dei project leader di progetto (ne è previsto uno per ciascun partner) e una rappresentanza degli operatori, che hanno raccontato l’esperienza e le soddisfazioni di questo primo anno di attività restituendo una serie di dati molto significativi, in primis il numero di assistiti raggiunti in poco tempo (oltre 220, molti dei quali mai intercettati prima dai servizi istituzionali) a dimostrazione del grande bisogno latente e sommerso che è presente nei tessuti urbani.

 

 

Quale potrebbe essere l’evoluzione di Adriano SiCura nei prossimi anni?

Adriano SiCura è un progetto finanziato da Fondazione Cariplo attraverso il Bando Welfare in Ageing. Si tratta di un contributo di 630.000 euro in 3 anni con un cofinanziamento del 30% sul costo complessivo di progetto, in gran parte coperti con risorse del partenariato e solo in piccola parte con proventi degli utenti.

La forza di Adriano SiCura è legata al fatto di offrire tanto a un costo in gran parte nullo o comunque molto ridotto e di essere quindi accessibile.

La sfida futura è continuare a garantire lo stesso standard di risposte, se possibile migliorandolo ulteriormente, con un profilo di sostenibilità che ancorché rivedibile dal punto di vista della contribuzione del cittadino, implica necessariamente la riconduzione del progetto nell’alvo del nuovo modello delle case della comunità, con cui già oggi ci interfacciamo. Fin dall’inizio l’intendimento comune con ASST FBF-Sacco è stato quello di mantenere l’ambulatorio socio-sanitario di prossimità anche dopo la scadenza del progetto. Auspico che questa volontà venga mantenuta e che anche il Comune di Milano decida di investire in questo presidio. Dal canto nostro, continueremo a mantenerci soggetto promotore e parte attiva e coprogettante secondo i paradigmi del partenariato pubblico-privato e dell’amministrazione condivisa.

Gli sforzi da qui alla fine del primo triennio di progetto dovranno essere rivolti a concertare con gli enti coinvolti la sua sostenibilità futura, con i migliori auspici visti i risultati che stiamo riscontrando.

Da qui alla conclusione del progetto quali obiettivi vi siete dati?

Vogliamo rafforzare e ampliare alcuni degli interventi che lo costituiscono, in particolare i servizi di filiera (screening audiometrico, diabetologico ecc.), il volontariato intergenerazionale in rapporto a scuole, università e centri giovani, i presidi informativi e le azioni di intercettazione precoce (che già quest’anno sono state attuate in collaborazione con i custodi sociali di quartiere, gli amministratori di condominio, gli esercizi commerciali, le farmacie, gli MMG, le forze dell’ordine, le parrocchie e i centri socio-ricreativi), il coinvolgimento delle persone di origine straniera, le iniziative e le attività a sfondo culturale in rapporto a Magnete e non solo.

Prevediamo inoltre azioni tese ad ampliare il bacino di utenti che usufruiscono di servizi di sostegno alla domiciliarità con forme di assistenza 4.0 con domotica, devise IoT, sensoristica, assistenti vocali finalizzati a prolungare il più possibile la permanenza al domicilio in condizioni di agio e sicurezza, monitorando l’evoluzione della salute e del grado di autonomia delle persone assistite attraverso la piattaforma informatica WeCare di Applica. A tal proposito, insieme ad ASST FBF-Sacco, abbiamo partecipato al Bando Cariplo Innovawelfare e siamo stati ammessi alla fase 2, che precede l’erogazione del contributo.

Ultimo elemento, non per ordine di importanza, è l’evoluzione di Adriano SiCura come format di progetto, puntando alla sua scalabilità in altri contesti. Replicabilità che è stata riconosciuta da diverse persone presenti al workshop, alcune delle quali già protagoniste di progettualità analoghe, altre interessate a sperimentarle. Da questo punto di vista si sono generati dialoghi molto arricchenti in una sorta di comunità di pratica spontanea che contribuisce a darci entusiasmo.

Quanto è importante la progettazione innovativa per la qualità dei servizi e la sostenibilità economica di una cooperativa sociale come Proges?

La progettazione innovativa è fondamentale per trovare risposte non solo più efficaci ed efficienti, ma soprattutto più sensibili, flessibili, tempestive e personalizzate, che migliorino la qualità di vita e il benessere dei cittadini. Ricercare e sviluppare innovazione serve poi a chi agisce la cura a qualsiasi livello per non qualificarsi solo come soggetto gestore di servizi o come stampella dell’Ente Pubblico ma come portatore di pensiero e valore per la comunità, adempiendo pienamente alla mission del terzo settore.

 

 

Su quali altri progetti innovativi stai lavorando nel tuo ruolo di Specialist Manager socio-sanitaria?


Insieme al team che compone la Specialst Area socio-sanitaria, in sinergia con i vari referenti territoriali e in interfunzione con altri settori della cooperativa, stiamo portando avanti diversi progetti innovativi.

Ne elenco solo alcuni: l’introduzione del deblisteraggio automatizzato dei farmaci per l’aumento del livello di sicurezza e per la qualificazione del lavoro infermieristico sul fronte professionale e umano; l’implementazione dei sistemi informativi destinati alla pianificazione, programmazione, verifica e tracciabilità dei percorsi di cura e alla gestione del rischio clinico (con il costante miglioramento delle funzionalità della Cartella Informatizzata); l’efficientamento quali-quantitativo dei processi di lavoro; la sperimentazione dell’intelligenza artificiale applicata all’assistenza per il monitoraggio continuativo delle condizioni di salute e sicurezza; la telemedicina e il telemonitoraggio domiciliare; l’impiego di tecnologie volte alla valutazione del rischio e alla prevenzione del rischio di cadute; l’innovazione di approccio e pensiero nel trattamento della demenza dal punto di vista psicopedagogico e neuroscientifico, anche con la messa a sistema e diffusione di tecniche e tecnologie già sperimentate dal punto di vista delle terapie non farmacologiche; le progettualità innovative dal punto di vista delle attività riabilitative, psicosociali, educative e animative in interscambio con la comunità circostante.

Andrea Marsiletti

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