Luciano Mazzoni Benoni, già presidente di Legacoop di Parma e pubblico amministratore, attualmente è presidente dell’Organismo di Vigilanza di Proges. Svolge attività di pubblicista e di scrittore. Dal 2006 è coordinatore del Forum Interreligioso di Parma. Ha conseguito vari titoli accademici in materia di antropologia delle religioni e teologia spirituale.
Per me è semplicemente Luciano, una persona accogliente e capace di empatia, che crede nella cooperazione.
Da uomo della cooperazione quale sei, quali sviluppi vedi per questo settore?
Considero con soddisfazione la crescita quantitativa e dimensionale, ma non posso non rilevare la tendenziale omologazione all’impresa tout court e ancor prima l’eccessiva acquiescenza alla logica mercantile. Un conto è adeguarsi al mercato, altro è seguirne tutte le logiche, anche quelle perverse. Nonostante l’avvento del Codice del Terzo Settore ritengo poco coltivata la peculiarità etica della società cooperativa.
Cosa diresti a un giovane che inizia oggi a lavorare in ambito cooperativo?
Gli suggerirei di ricercare le ragioni distintive di una motivazione al lavoro ulteriore rispetto a chiunque debba lavorare per mantenersi. Così da trovare soddisfazioni e soprattutto senso al tempo di vita che destina al lavoro.
L’esempio dell’esperienza cooperativa spagnola Mondragon, fondata dal prete José María Arizmendiarrieta, può essere utile per un rilancio dei valori fondativi della cooperazione?
Sì! Lo considero uno degli esempi migliori al mondo soprattutto per il suo essere una realtà di gruppo, espressione di un territorio, portatrice di una propria identità. Per questo promossi un viaggio di studio di Legacoop Parma nel 2002.
Come sei venuto a conoscenza di questa grande esperienza cooperativa?
Studiavo i casi originali di cooperative sorte da una matrice religiosa o etica, prima che economica. E qui il fondatore fu un prete, così come accadde in Italia don Giovanni Bosco nell’800, con le sue scuole professionali a Valdocco, o come don Lorenzo Milani nel ‘900 con la sua scuola popolare di Barbiana.
Giovanna Garsi è la nuova regional manager di Proges della provincia di Parma
Il 20 gennaio 2025 è ricorso il centenario della nascita di Padre Ernesto Cardenal, una figura scomoda per la Chiesa: cosa ci puoi dire in merito?
Mi dispiace che sia una figura che rischi di scomparire rapidamente dalla memoria storica collettiva, sia politica che ecclesiale. Fu un grande intellettuale (anche poeta riconosciuto), coraggioso, instancabile e integerrimo, irriducibile, che incontrò ostacoli sia nella chiesa che nella politica. Meriterebbe di essere compreso. Sono lieto che alla fine papa Francesco lo abbia riabilitato (troppe volte avviene solo post mortem!). Il nostro viaggio di studio in Nicaragua del 2001, in un Centro di Salute sostenuto da Legacoop Parma, fu un riconoscimento al suo sogno di una rivoluzione davvero popolare e plurale.
Il tuo impegno pluriennale nell’ambito del Forum Interreligioso di Parma a che punto è oggi?
Promuovemmo l’iniziativa nel 2006, sul modello dell’esperienza che l’anno prima aveva portato alla nascita del Consiglio delle chiese cristiane. Mi spiace rilevare come, anno dopo anno, il dialogo si sia fatto più difficile per nuovi ostacoli, imprevisti come questo clima di guerra incombente, nonché per atavici pregiudizi ancora oggi sussistenti. La gioia maggiore è di aver partorito l’anno scorso un Forum Interreligioso dei Giovani.
Alberto Padovani