La tutela dei minorenni dalla pornografia virtuale.
Quando la riproduzione di contenuti artificiali assume rilevanza penale?
La necessità di dotarsi di strumenti giuridici adatti a contrastare ogni forma di sfruttamento sessuale delle persone di minore età ha indotto in questi ultimi anni i legislatori a intervenire più volte su questo tema soprattutto in virtù della crescente diffusione di materiale pedopornografico sul web.
In questo senso infatti la progressiva digitalizzazione ha lanciato alcune sfide fra le quali c’è anche il contrasto degli abusi sessuali che avvengono mediante il web ai danni delle persone di minore età.
Per impedire che il fenomeno dilaghi è fondamentale non solo che il maggior numero possibile di Stati si doti di disposizioni in grado di punire adeguatamente gli abusi perpetrati ma anche che questo avvenga con norme che siano il più possibile uniformi per evitare che gli autori di questi reati – compiuti per di più sul web e quindi non facilmente circoscrivibili – siano avvantaggiati dalla scarsa omogeneità normativa esistente tra un Paese e l’altro.
A tal proposito la Commissione europea è tornata a occuparsi con una visione ampia e pragmatica di questo tema adottando il 24 luglio 2020 la comunicazione Strategia dell’UE per una lotta più efficace contro gli abusi sessuali sui minori che mira a dare una risposta chiara ed efficace a livello di Unione europea contro i reati di abuso sessuale.
Leggi sotto un approfondimento sulla normativa della tutela dei minorenni dalla pornografia virtuale patrocinato, tra gli altri, dal Dipartimento per le politiche della famiglia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e dalla Regione Toscana.
idi_rg1-24_quest-1_23feb_0