Il senso di comunità si coltiva a livello individuale, collettivo e istituzionale attraverso la cura dei luoghi in cui si vive, attraverso la relazione empatica con le persone che formano il tessuto sociale, attraverso lo sviluppo di progetti capaci di valorizzare le realtà del territorio e la partecipazione di tutti.
Partendo da questi concetti si è sviluppato l’incontro “Minori: costruire e coltivare il senso di comunità”, organizzato dalla cooperativa Proges nell’ambito del laboratorio sociale, culturale e comunitario La Tana di Grogh, espressione innovativa di welfare sociale, presso la Sala Civica Peppino Impastato di San Polo di Torrile.
E’ stato un pomeriggio di studio e approfondimento per parlare di comunità, per abbattere la cultura sociale dell’isolamento e delle differenze che, negli ultimi anni, stanno interessando sempre più precocemente anche l’età dell’adolescenza e della pre-adolescenza (ritiro sociale, disturbi alimentari, comportamenti devianti).
A intervenire sono stati diversi professionisti del settore che hanno portato il loro importante punto di vista, delineando il quadro sociale odierno da diverse angolazioni.
Il dott. Matteo Allodi, dottore in Scienze Politiche e Dottorato in Criminologia, Educatore professionale socio-pedagogico, integrazione sociale e inserimenti lavorativi di soggetti svantaggiati, si è soffermato sul tema della comunità, intesa come comunità territoriale, oggi alle prese con le nuove forme di aggregazioni giovanili nell’era post-pandemica.
Il dott. Andrea Davolo, psicologo e psicoterapeuta, formatore presso l’unità operativa di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza presso AUSL di Parma, ha trattato l’ambito della prevenzione di comportamenti devianti come l’isolamento e l’esclusione sociale in adolescenza, mirando a tracciare azioni percorribili anche di intervento clinico.
La dott.ssa Chiara Cugini, psicologa, psicoterapeuta, formatrice e coordinatrice dei servizi educativi nel territorio, ha parlato di partecipazione e ingaggio delle famiglie nei nidi e nei servizi d’infanzia come primo presidio di comunità.
“Il pomeriggio è stata una interessante occasione di incontro e riflessione mediata dagli interventi dei relatori che hanno portato esperienze, buone pratiche, dati, suggestioni e suggerimenti – spiega Thule Tagliavini, coordinatrice per Proges delle attività del progetto Tana di Grogh – Si è creato un clima disteso, informale e colloquiale che ha permesso di approfondire la conoscenza reciproca e diretta tra i partecipanti. È bene ricordare che il senso di comunità prende avvio già dall’intercettare le famiglie e i bambini all’interno dei nidi che diventano il primo presidio di comunità. Inoltre i minori, soprattutto nella delicata fascia dell’adolescenza, stanno lanciando segnali di sofferenza e chiedono di essere visti, accolti e presi in considerazione, pur nel loro essere sfuggenti e difficili da coinvolgere. Come comunità abbiamo l’obbligo di farcene carico, di sostenerli e intercettarli nei loro luoghi, sia in ottica di prevenzione sia di cura e interesse”. CM