Beatrice è la giovane nipote di una signora ospite della casa residenza Gardenia di Borgonovo Val Tidone (Piacenza) e, allo stesso tempo, una fotografa professionista. All’interno della struttura per anziani la conoscono tutti: facendo spesso visita alla nonna, non di rado s’intrattiene in chiacchiere con gli altri ospiti, con i loro familiari e con gli operatori che vivono quotidianamente la struttura. E, quella quotidianità, quella vita spesso nascosta o mal raccontata alla quale, forse, non vogliamo avvicinarci per timore d’imbatterci nella troppa sofferenza, è stata svelata, delicatamente, da Beatrice, in una serie di fotografie in bianco e nero. 121 scatti, per l’esattezza, raccolti in una mostra allestita dalle animatrici della struttura e dai volontari dell’associazione “Il Filo di…” all’interno della ex palestra della casa residenza.
“Per me la fotografia non è mai stato solamente un mestiere. Ho sempre cercato di mantenere viva la dimensione ‘artistica’ della fotografia utilizzandola come strumento per raccontare me stessa e le storie che mi circondano” racconta Beatrice Capra.
“Volevo mostrare che oltre a quei letti c’è molto di più: un’equipe medica, gli operatori socio-sanitari, i volontari e tutte le persone che si prendono cura dei nostri cari. Ho cercato di raccontarlo attraverso questi scatti in bianco e nero trascorrendo del tempo con loro”.
Nell’arco di quattro giornate, macchina fotografica alla mano, Beatrice si aggira per i corridoi e le aree comuni del Gardenia e del Melograno con l’intento di esplorare e subito dopo immortalare momenti di quotidianità all’interno delle residenze. Una partita di carte, un vestito pulito appeso alla parete, la lettura di una rivista. Il momento del pasto, le attività di ginnastica dolce o i laboratori artistici e di stimolazione cognitiva: frammenti della giornata che a volte i familiari degli ospiti non vedono.
“Giravo per la struttura abbastanza liberamente. Facendo spesso visita alla nonna, molti altri ospiti mi conoscono, quindi non mi vedevano come ‘l’estranea con la macchina fotografica in mano’. Si è fin da subito creato un bel rapporto di fiducia e complicità con tutti” continua la fotografa.
Alcuni anziani si mettono in posa. Chiedono a Beatrice di vedere in anteprima le fotografie, o di rifarle, tra enormi sorrisi, “perché non sono venuta bene”. Altri sono scatti rubati, scene di vita quotidiana colte dall’occhio esperto e dalla sensibilità della fotografa.
Quelle fotografie, inizialmente pensate come elementi di decoro e arredamento per le pareti dei corridoi, sono state stampate e raccolte in una mostra su proposta delle due animatrici della struttura, Rosi e Maria Carla. Gli scatti non hanno lasciato nessuno indifferente, le reazioni dei visitatori sono state sorprendenti.
“Queste fotografie riescono a toccare le ‘corde’ di ognuno di noi, di ogni visitatore, dal familiare al volontario, all’operatore. Alcune persone si sono commosse: gli scatti risvegliano ricordi dei nostri cari a volte rimossi o sopiti da tempo” ci racconta Rosi Laino, animatrice.
Inclusa la reazione di chi quelle foto le conosceva perfettamente.
“Quando ho aperto la porta della struttura e mi sono ritrovata davanti alle fotografie la carica emotiva si è fatta sentire. Avrei voluto un cartonato al mio posto per parlare davanti al pubblico, davanti ai familiari degli ospiti, ma anche per loro è stato molto impattante. I complimenti più belli che ho ricevuto sono stati ‘come hai fatto a raccontarlo così?’ oppure, il più bello, da parte dell’animatrice: ‘oltre alla foto, che sia bella o brutta, in questi scatti è uscita l’anima della Bea’” aggiunge la fotografa.
Conclude infine con l’augurio che le più di cento fotografie “riescano a trasmettere la bellezza e la dignità di questi luoghi e delle persone che vi vivono”.
La mostra è visitabile dalle 10:00 alle 11:30 e dalle 15:30 alle 17:00.
Francesca Riggillo