Il 25, 26 e 27 ottobre 2024 si è svolto a Vicenza il 23° Convegno del Gruppo Nazionale Nidi Infanzia (GNNI), una tre giorni all’insegna di approfondimenti, esperienze e riflessioni sulla continuità e la coerenza educativa nel sistema zerosei. La conferenza ha attraversato e confrontato pensieri e pratiche portando in evidenza la necessità di continuare a parlare di “infanzie” che oggi sono più povere e a rischio di marginalità, quando invece il tema della crescita e dello sviluppo passa dalla capacità di favorire condizioni sociali di benessere e qualità; anche le neuroscienze propongono al mondo dell’educazione di approfondire i modi in cui funzionano gli esseri umani ma uniti alla possibilità di continuare a offrire ai bambini e alle bambine contesti ricchi, accoglienti, competenti e sicuri come sono i servizi 06.
Tra gli ospiti che hanno condiviso con il pubblico il proprio contributo di ricerca ed esperienza educativa c’erano educatrici e coordinatrici pedagogiche, responsabili di Area e la Presidente Michela Bolondi in rappresentanza della nostra cooperativa.
Oggetto di riflessione e tema di confronto sono stati in particolare i seminari “Cura ed educazione. Quale stile di lavoro condiviso nello zerosei?” con un intervento della coordinatrice pedagogica di Parma Carlotta Carpana, e “I Coordinamenti pedagogici territoriali come strumenti di governance e promozione di qualità”, in cui ha coordinato i lavori Claudia Ciccardi, coordinatrice di area 06 Piemonte.
Il convegno è stata l’occasione anche per rafforzare i legami tra colleghe di territori diversi in cui opera la cooperativa sostenendo così un percorso di crescita collettiva che è al centro degli obiettivi dell’Area Specialist Educazione.
Antonia Labonia, Presidente del GNNI, sia in introduzione che nella chiusura lavori, ha richiamato l’attenzione su come sia ancora oggi necessario mettere a tema “politico” l’educazione sostenendo che essa sia animata non solo da pratiche ma anche da valori e mondi che occorre siano visti e riconosciuti. Questo permette ai professionisti dell’educazione di sentirsi protagonisti di un forte lavoro di connessione culturale nell’area 06, ma anche su questioni fortissime ed urgentissime come il tema della Pace per tutti i bambini e le bambine coinvolti nei conflitti. Siamo noi stessi autori del cambiamento.
Per rafforzare le istanze della Presidente, l’intervento di Tiziana Sacco, Neuroscienziata dell’Università di Torino, ci ha raccontato come se è vero che il nostro cervello si sviluppa non solo grazie a processi fisiologici ma anche e grazie al valore delle esperienze che viviamo allora diventa sempre più importante non lasciare che i temi dell’educazione siano sovrastati da quelli organizzativi ed economici. Inaspettato e molto piacevole è stato poi l’intervento di Andrea Giorgis, Professore di Diritto Costituzionale dell’Università di Torino, che ha posto il tema del “pluralismo” come una caratteristica che devono preservare in sé le organizzazioni e i luoghi dell’educazione; il pluralismo permette di evitare gli integralismi ma consente anche di perseguire quello che è sancito all’art. 3 dalla Costituzione, cioè di favorire attraverso l’educazione il pieno sviluppo della persona umana; ancora l’educazione come strumento perché ciascuna persona possa consapevolmente prendere parte dalla vita politica e democratica e infine riconoscere l’altro e la dimensione dei doveri attraverso la conoscenza e l’esercizio di diritti.
Non è poi mancato l’accento sulle povertà educative portato dall’avvocata Arianna Saulini di Save the Children e CRC e di come oggi in Italia le persone più povere siano proprio i bambini nella fascia 06 anni dove alla povertà educativa si sommano quelle alimentari e sanitarie; oltre ad un aumento preoccupante di bambini in fascia 0-5 anni non in affido ma nelle comunità per minori o all’utilizzo di strumenti digitali nella fascia 0-2 anni (in cui non c’è nessun esperto che ritiene questo utilizzo possibile nella prima infanzia). Ma è nell’incontro con Peter Moss, Professore emerito dell’UCL Institute of Education, University College London, che si sono toccati i temi della democraticità dell’educazione, della necessaria collocazione politica delle scelte educative, di come sia necessario ripensare l’educazione superando il concetto di uomo neoliberista – homo economicus – verso invece un homo carens capace di cura, prossimità, vicinanza per sconfiggere un mondo attanagliato in una “policrisi” (appunto della cura, dell’ambiente, della scuola…). Serve quindi pensare un nuovo modo di fare educazione in cui le persone si facciano domande sui temi che interrogano le scelte e superino una pratica tecnica che dice di puntare alla qualità che invece è una parola neoliberista che riporta al concetto di standard quindi di requisito “per la vendita” cioè ad un’idea di scuola “azienda”, di scuola fabbrica. Moss, al contrario, ci propone una scuola fisica, locale, laboratoriale, dove i membri sono incoraggiati ad incontrarsi e a imparare gli uni dagli altri costruendo una solidarietà intergenerazionale.
Nella plenaria conclusiva Chiara Saraceno, sociologa, Professoressa emerita dell’Università di Torino, ha portato al centro i servizi educativi come presidi di civiltà, di pari opportunità in cui esercitare il diritto della crescita e se possibile non con adulti che interpretano professionalità segmentate ma armonizzate in azioni educative in continuità.
Proges ha presenziato al XXIII Convegno del Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia “Il Sistema integrato, continuità e coerenza educativa nello 06” di cui è stata per la seconda volta sponsor (dopo il Convegno di Pesaro del 2022) in quanto crede fermamente nell’esercizio di un ruolo primario del Terzo settore nella interpretazione del bisogno sociale, nella ricerca continua e approfondita in ambito educativo e per compartecipare alla co-costruzione dell’innovazione sociale nella composizione di un mondo più equo per tutti i bambini e le bambine.